Produzione e distribuzione dell’acqua
L’approvvigionamento di acqua per la distribuzione ad uso idropotabile è effettuato, oltre che nel rispetto di normative e di concessioni, secondo criteri di efficacia ed efficienza.
I criteri di utilizzo delle risorse tengono conto di una serie articolata di fattori (quantità autorizzate, consistenza delle riserve negli invasi principali, qualità delle acque superficiali disponibili, idrologia dei bacini, dati consuntivi dell’anno precedente e dell’anno in corso).
Moderne apparecchiature di automazione e telecontrollo garantiscono il miglior funzionamento degli impianti di captazione, potabilizzazione e sollevamento dell’acqua.
Il volume totale di acqua immessa in rete nel 2020 risulta in riduzione rispetto allo scorso anno.
Acque immessa in rete (migliaia di mc) | 2020 | 2019 | 2018 |
Piacenza | 31.041 | 32.239 | 32.122 |
Parma | 38.095 | 38.156 | 38.024 |
Reggio Emilia | 45.818 | 46.159 | 44.982 |
Vercelli | 8.916 | 8.744 | 8.819 |
Genova | 90.605 | 95.719 | 99.045 |
Savona | 19.093 | 19.057 | 19.752 |
Imperia | 3.080 | 3.462 | 3.515 |
La Spezia (1) | 38.002 | 40.296 | 30.865 |
Altre province (2) | 4.956 | 6.638 | 15.826 |
TOTALE | 279.606 | 290.470 | 292.950 |
(1) Nel 2018 Acam Acque è considerata solo per il periodo di consolidamento (dal 1° aprile).
(2) La riduzione significativa rispetto al 2018 dipende dalla cessazione del servizio nelle province di Alessandria, Aosta, Novara, Brescia, Pavia e Verona. Restano incluse le province di Asti, Cuneo, Mantova.
La percentuale di perdite di rete si attesta al 33,3%, rispetto a una media nazionale del 43,7% (dato ISTAT 2019).
Tra le iniziative per la riduzione delle dispersioni nelle reti acquedottistiche, il Gruppo sta sviluppando la distrettualizzazione. Si tratta di una tecnica che prevede di suddividere le reti in piccole aree omogenee, i cosiddetti distretti, che consentono il monitoraggio quotidiano e l’analisi costante dei parametri idraulici. In tal modo, le campagne strumentali di ricerca perdite sono puntuali e mirate ai soli distretti su cui il monitoraggio ha rilevato dispersioni occulte. Attualmente il 56% del totale della rete gestita è distrettualizzata in progressione secondo gli obiettivi definiti al 2025. La distrettualizzazione produce anche un beneficio in termini di riduzione dei consumi energetici: nel 2020 ha consentito di risparmiare 523 Tep.
Fognature e qualità della depurazione
Le acque reflue urbane derivanti da pubblica fognatura vengono trattate presso 1.356 impianti di depurazione di varia potenzialità e tipologia. Negli impianti principali vengono effettuati i pretrattamenti per rimuovere i corpi grossolani, la sabbia e gli olii, i trattamenti primari per rimuovere i solidi sedimentabili e i trattamenti secondari tradizionali e terziari per la rimozione dell’azoto.
Il Gruppo gestisce anche alcuni impianti di fitodepurazione che si avvalgono dell’attività depurativa delle piante e vengono utilizzati sia per la depurazione dei liquami (sistema a flusso sub-superficiale) sia per l’affinamento delle acque trattate negli impianti di depurazione tradizionali (sistemi a flusso superficiale).
Acque reflue trattate (migliaia di mc)
(1) In Liguria il Gruppo non gestisce il servizio fognatura e depurazione nel territorio savonese e imperiese.
Per i volumi di acque trattate e per il calcolo dell’abbattimento degli inquinanti vengono considerati tutti i depuratori del Gruppo con una portata superiore a 2.000 abitanti equivalenti.
Abbattimento inquinanti - Area Geografica (%)
Emilia-Romagna
Liguria
Piemonte
1.356 depuratori gestiti dal Gruppo che contribuiscono a migliorare le condizioni di fiumi, torrenti e mari.
Tra gli obiettivi del Gruppo vi è quello di accrescere la capacità depurativa, aumentando la potenzialità degli impianti per garantire un servizio sempre più efficiente e migliorare l’impatto ambientale nella gestione delle acque reflue.
Gli investimenti effettuati anche nel 2020 in questa direzione contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Corpi idrici di destinazione delle acque reflue trattate
Tutti i corpi idrici, ricettori delle acque reflue trattate dal Gruppo sui territori emiliani e piemontesi, ricadono nel bacino del fiume Po.
Il territorio si colloca in area dichiarata sensibile e pertanto gli impianti, in funzione delle dimensioni, sono soggetti all’applicazione di limiti più restrittivi per azoto e fosforo.
Lo scarico delle acque reflue trattate dai depuratori nelle aree servite in Liguria avviene nelle acque marine costiere del Mar Ligure (principalmente Golfo di Genova, Golfo del Tigullio e Golfo della Spezia).