Proteggere la biodiversità, a fronte del continuo degrado degli habitat naturali e delle minacce che gravano su talune specie, è uno dei principali aspetti della politica ambientale dell’Unione Europea, che cerca di garantire la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche sul territorio degli stati membri.
A tale scopo è stata creata a livello europeo la rete di zone protette “Natura 2000”, che interessa diversi territori e aree italiane. Oltre ad habitat naturali pressoché incontaminati, sono compresi nella rete anche ambienti trasformati dall'uomo che rappresentano aree importanti per la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali. La tutela dei siti della rete “Natura 2000” è obbligatoria (D.P.R. 357/97 “Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche” e D.P.R. 120/2003).
La normativa stabilisce che la pianificazione e la programmazione territoriale devono tenere conto della valenza naturalistico-ambientale di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) e che ogni piano o progetto, interno o esterno a tali aree, che possa in qualche modo influire sulla conservazione degli habitat o delle specie tutelate, deve essere sottoposto ad un'opportuna valutazione dell'incidenza che può avere sui siti interessati. Preliminarmente alla fase di realizzazione di nuovi interventi, di sviluppo di nuove reti e di attività manutentive di una certa rilevanza (revamping/repowering), che possano determinare impatti di tipo ambientale in aree protette “Natura 2000”, occorre sottoporre l’intervento a valutazioni preventive al fine di salvaguardare l’integrità dell’area. Occorre inoltre verificare il possesso dei requisiti ambientali di macchinari, impianti e attrezzature oggetto dell’intervento, nonché la valutazione dei potenziali impatti conseguenti all’utilizzo di sostanze pericolose e l’adozione di adeguate modalità gestionali. In particolare, la Valutazione di Incidenza (D.P.R. 357/1997 all'art. 5) è il procedimento che va attivato nei casi in cui un intervento possa avere incidenza significativa su un sito segnalato come SIC o ZPS della rete “Natura 2000”. Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare pubblica, con propri decreti, le liste dei SIC italiani.
La realizzazione e la gestione di impianti, attività e progetti deve avvenire secondo quanto previsto dalla normativa italiana e le norme in materia ambientale (D.Lgs. n. 152/2006) che prevedono l’integrazione di aspetti ambientali nello sviluppo di piani e programmi e la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), allo scopo di individuare e valutare in via preventiva gli effetti sull’ambiente di determinati progetti pubblici o privati – nella loro fase di avvio o in caso di variazioni significative di progetti già esistenti – e di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o rendere minimi gli impatti negativi sull’ambiente, prima che questi si verifichino effettivamente, analizzando l’impatto in termini di emissioni in atmosfera, prelievi e scarichi idrici, rifiuti, rumore, odori.
Nel 2020 il Gruppo Iren ha formalizzato, nella Politica sulla Biodiversità, l’impegno verso la conservazione della biodiversità nei territori in cui opera, che si fonda sull’adozione di un modello di gestione efficace, coerente con la Strategia Nazionale per la Biodiversità, con gli obiettivi strategici europei (European Green Deal e EU Biodiversity Strategy to 2030) e con quelli di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SDGs).
I principi su cui si fonda la politica del Gruppo sono:
- conservazione della biodiversità degli ecosistemi, in particolare per le attività svolte nelle aree naturali sensibili o protette;
- monitoraggio e mitigazione degli impatti delle attività sulla biodiversità;
- promozione del miglioramento dell’ambiente attraverso azioni volte a proteggere le aree ad alto valore ecologico e a diffondere una cultura della biodiversità;
- crescita della consapevolezza e della conoscenza sulla biodiversità, sulla salvaguardia e sulla conservazione di essa, incoraggiando le migliori pratiche e trasmettendole all’interno e all’esterno;
- collaborazione con associazioni e comunità locali in azioni e progetti volti a sensibilizzare gli stakeholder sull’importanza della protezione della biodiversità.
Attività in aree protette o di interesse ambientale
Le attività del Gruppo, per la loro natura, hanno un impatto diretto o indiretto sull’aria, sulle risorse idriche, sul suolo, sugli ecosistemi e sulle specie che li abitano. Proprio per questo Iren, consapevole del fatto che la conservazione dell’ecosistema naturale è essenziale per la sostenibilità globale di lungo periodo, promuove lo sviluppo sostenibile delle proprie attività.
Le attività di produzione di energia elettrica svolte dal Gruppo in aree protette riguardano principalmente gli impianti idroelettrici e il loro impatto sulle risorse idriche e in termini di emissioni acustiche. I prelievi ed i rilasci di acqua sono gestiti in ottemperanza alle concessioni rilasciate dalle Autorità competenti e alla normativa vigente. Per tutti gli invasi gestiti sono stati predisposti i Piani di Gestione (ai sensi del D.M. 152) con i relativi studi di incidenza per quelli che interessano aree SIC. Le principali fonti idriche interessate dal prelievo di acqua presso gli impianti di produzione del Gruppo sono il Mar Ligure, il fiume Po, il canale Naviglio Grande e prelievi da falda tramite pozzo per uso industriale. Il quadro completo delle acque derivate (dighe e traverse) per la produzione di energia idroelettrica interessa i fiumi Orco, Dora Riparia, Po, Maira, Brugneto, Secchia, Bussento, Tanagro, Tusciano, Calore, Picentino e Terza.
Gli scarichi idrici recapitano nel Mar Ligure, nel bacino dei fiumi Po, Ticino, Dora Riparia e Secchia, nel lago piemontese del Pian Telessio, nei torrenti Chisola e Piantonetto, e nel canale lombardo Naviglio Grande. Tali scarichi, autorizzati e conformi alla normativa, sono costituiti da acque di raffreddamento degli impianti o da acque derivanti dai processi di trattamento delle acque utilizzate presso i siti produttivi. L’efficientamento degli impianti idroelettrici, effettuato in passato dal Gruppo, ha ricadute positive sull’intero sistema poiché riduce la necessità di produrre energia da fonti fossili e contribuisce a contenere le emissioni. Per tutti i rinnovi effettuati è stata ottenuta la qualifica di impianto alimentato da fonte rinnovabile (IAFR) che identifica i benefici ambientali attesi in termini di mancate emissioni di SO2, CO2, NOx, particolato e metano.
Per quanto riguarda l'impatto acustico, tutti gli impianti sono opportunamente insonorizzati in modo da rendere minimo tale impatto sull'ambiente circostante.
Lo sviluppo della rete elettrica di distribuzione nella città di Torino può interessare direttamente o essere nelle immediate vicinanze di alcune aree della rete “Natura 2000”, tra cui: Collina di Superga (SIC), Meisino (ZPS), Stupinigi (SIC), Lama del Badiotto (ZPS) e Garzaia della Brarola (ZPS). La rete elettrica di distribuzione di Parma non interessa aree SIC o ZPS della rete “Natura 2000”.
Le attività di gestione dei rifiuti e igiene ambientale svolte dal Gruppo non interessano, nel territorio emiliano, aree protette. Gli impianti di maggiore potenzialità (termovalorizzatori e discariche) sono dotati di un sistema del verde, in armonia con il climax vegetazionale in cui sono ubicati, con funzioni di mitigazione visiva ed ambientale. Annualmente vengono esaminati gli impatti correlati alle attività svolte presso i siti con l'obiettivo di verificare il risultato degli interventi svolti e di avere a disposizione tutti gli elementi necessari per confermare/modificare il sistema implementato, per valutare la conformità con norme e autorizzazioni richieste dalla legislazione ambientale e per verificare lo stato di avanzamento e definire/aggiornare i piani di miglioramento dei sistemi di gestione, compresi quelli legati alle prestazioni ambientali.
Il Polo Ambientale Integrato di Parma (PAI) opera in una zona prevalentemente industriale ed è dotato di un sistema del verde, che oltre ad ottemperare alla richiesta di mitigazione delle polveri, svolge funzione di ripristino di alcuni habitat e di collegamento ecologico tra biotipi diversi che porterà alla creazione di un ecosistema di superficie elevata che può rappresentare una grande risorsa per il recupero complessivo del valore paesaggistico ed ecologico del territorio. Annualmente viene eseguita una campagna di monitoraggio del contenuto di polveri raccolte dalle piante messe a dimora presso il PAI, al fine di stimare i benefici ambientali in termini di rimozione del particolato atmosferico.
L’area del termovalorizzatore di Piacenza non risulta soggetta ad alcun vincolo urbanistico, paesaggistico, idrogeologico, sismico o territoriale e non sono presenti in tale area tutele a parchi, oasi o ad altre zone protette dalla normativa.
Il termovalorizzatore di Torino (TRM) ha ottenuto il parere positivo di compatibilità ambientale con un iter che ha previsto uno Studio di Impatto Ambientale le cui conclusioni, in tema di vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi, hanno evidenziato che il sito si colloca all’interno di un’area fortemente antropizzata dove, dal punto di vista vegetazionale e faunistico, non sono state rilevate tipologie di particolare pregio naturalistico. Per quanto emerso in fase di Valutazione d’Impatto Ambientale, l’introduzione dell’impianto non fa prevedere la comparsa di significativi sintomi di stress su ecosistemi che hanno già subito un impatto antropico; le emissioni non arrecano alcun disturbo alla fauna presente in area vasta, comprese le aree di particolare interesse naturalistico rappresentate dal Parco Naturale di Stupinigi e dal sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po.
Le attività inerenti al servizio distribuzione gas non comportano particolari impatti sulla biodiversità. Nelle attività di realizzazione, manutenzione e gestione dell’infrastruttura ci si attiene rigorosamente al quadro normativo in tema di impatto ambientale. Annualmente vengono effettuate, all’interno delle aeree naturali in cui sono presenti degli impianti, ispezioni a piedi e al termine della stagione invernale in modo da non danneggiare la vegetazione.
Per quanto riguarda il servizio idrico integrato, tutti i corpi idrici ricettori delle acque reflue trattate dal Gruppo sul territorio emiliano e piemontese ricadono nel bacino del fiume Po. Il territorio rientra in area dichiarata sensibile, pertanto gli impianti, in funzione delle dimensioni, sono soggetti all’applicazione di limiti più restrittivi per azoto e fosforo. Lo scarico delle acque reflue trattate dai depuratori del territorio ligure avviene nelle acque marine costiere del Mar Ligure (principalmente Golfo di Genova, Golfo del Tigullio e Golfo di La Spezia). Le attività svolte sono per loro natura tese al mantenimento di condizioni ambientali ottimali. In particolare, la tutela delle aree su cui insistono le fonti di prelievo idrico riveste la massima importanza per la gestione del servizio idrico integrato. Allo stesso modo, l'attività di depurazione ha proprio come primario obiettivo che gli scarichi siano opportunamente trattati per essere resi compatibili con gli habitat naturali dei corpi idrici recettori. Screening e valutazioni di impatto ambientale sono svolti nei termini previsti dalla normativa vigente, sia sui depuratori sia sui prelievi idrici.
Nel 2020 si sono concluse le attività di ripristino della completa funzione depurativa dell’impianto di Sturla, nell’area ligure, danneggiato dalla mareggiata del 2018. È stato, inoltre, avviato il nuovo depuratore di Rapallo. Entrambe le attività hanno contribuito al miglioramento delle condizioni ambientali in prossimità dei punti di scarico.
Gli impianti genovesi della diga del Brugneto ricadono nel Parco Regionale dell’Antola (GE), mentre i laghi del Gorzente ricadono, per la parte in provincia di Alessandria, nel Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo. In provincia di Piacenza, il Gruppo possiede un bosco di pianura ricompreso nella zona tutelata Conoide del Nure e Bosco di Fornace Vecchia (SIC). I depuratori gestiti nella provincia della Spezia sono collocati nei pressi del Parco Nazionale delle Cinque Terre/Area Marina Protetta Cinque Terre, del Parco Naturale Regionale di Portovenere, del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara e dell’area di Tutela Marina regionale Isole di Portovenere.
Nel corso del periodo di rendicontazione non si sono avuti casi di ripristino (offset) di habitat naturali.
Principali aree e specie protette
Il Gruppo Iren collabora costantemente con gli Enti Gestori delle aree protette in cui opera per la salvaguardia dell’ecosistema e delle specie protette.
Si impegna, inoltre, ad estendere sempre di più la mappatura e localizzazione di impianti e reti, al fine di individuare le potenziali interferenze che essi generano nei confronti delle aree protette in cui sono situati o che si trovano in loro prossimità.
La cartina rappresenta i principali Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale nei pressi dei quali sono presenti impianti e/o infrastrutture gestite dal Gruppo Iren. Le specie protette elencate nelle liste rosse IUCN nazionale e internazionale sono circa 305 (di quelle citate nella documentazione disponibile online). Tra queste specie circa il 25% risulta tra le seguenti categorie della Lista IUCN: estinte nella regione (RE), vulnerabili (VU), in pericolo di estinzione (EN), in pericolo critico (CR) e quasi minacciate (NT).
Rispetto di leggi e regolamenti in materia ambientale e meccanismi di segnalazione
Il Gruppo Iren adotta un Sistema di Gestione Ambientale conforme alla norma ISO 14001: tutti i dipendenti sono tenuti, nell’ambito delle proprie funzioni, a partecipare al processo di prevenzione dei rischi, di salvaguardia dell’ambiente e di tutela della salute e della sicurezza propria, dei colleghi e di terzi.
Tutti i processi sono svolti nel pieno rispetto della legislazione ambientale e il Gruppo contribuisce alla ricerca e allo sviluppo di tecnologie avanzate volte alla salvaguardia delle risorse e alla riduzione dell’impatto ambientale e dei rischi connessi. Inoltre, le attività del Gruppo sono gestite nel pieno rispetto delle normative in materia di prevenzione e protezione dagli infortuni e di sicurezza sul lavoro.
Gli strumenti a disposizione degli stakeholder per le segnalazioni di violazioni in ambito ambientale sono molteplici: comunicazioni scritte via posta, e-mail, fax, canali social. Tutte le comunicazioni vengono prese in carico e trasmesse agli uffici competenti, che provvedono ad eseguire gli opportuni accertamenti e, infine, ogni stakeholder riceve una risposta per quanto segnalato.
Nei confronti dei fornitori, in sede di qualificazione viene richiesto il possesso di certificazioni ambientali ovvero se hanno, comunque, acquisito elementi significativi e tra loro correlati del sistema ambientale (si veda pag. 120 del documento "Bilancio di Sostenibilità").
I servizi di produzione e distribuzione di energia elettrica sono certificati da norme in materia di qualità e gestione ambientale e sono pertanto soggetti a verifiche interne ed esterne per quanto riguarda i processi e gli adempimenti connessi alla normativa ambientale. Inoltre, al fine di assicurare un percorso di crescita aziendale sostenibile e improntato al principio del miglioramento continuo, sono impegnate risorse nello sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico, solare e biomasse), assimilabili alle rinnovabili (rifiuti) e ad alta efficienza (cogenerazione) e nella promozione del teleriscaldamento, nonché nell’adozione delle migliori tecnologie impiantistiche disponibili sul mercato, per garantire un minor impatto ambientale.
In merito ai servizi ambientali è a disposizione di cittadini e Autorità pubbliche un contact center ambientale al quale possono essere rivolte anche segnalazioni di eventuali violazioni e/o criticità di tipo ambientale. Nelle province di Piacenza, Parma e Reggio Emilia, inoltre, sono attivi gli "Accertatori Ambientali" che presidiano i territori di competenza per la rilevazione di discariche abusive, rifiuti abbandonati, anche pericolosi per l'ambiente. Una volta ricevute le segnalazioni, gli Accertatori Ambientali organizzano le attività di verifica e trattamento necessarie alla risoluzione dei problemi evidenziati, secondo le corrette procedure. Oltre a questo tipo di segnalazioni, gli Accertatori si occupano anche di fornire informazioni ai cittadini sulle corrette modalità di differenziazione dei rifiuti e l’utilizzo del servizio di raccolta dei rifiuti. Inoltre, specifiche procedure forniscono indicazioni agli operatori circa gli interventi da attuare per la soluzione e/o limitazione di emergenze ambientali, che dovessero sorgere nell’esecuzione dei servizi.
Per quanto riguarda i termovalorizzatori, i dati emissivi sono resi disponibili in tempo reale alle Autorità di controllo. I valori sono pubblici e possono essere visionati quotidianamente sui siti web. Per assicurare il rispetto delle prescrizioni AIA in merito alla comunicazione delle anomalie, è istituito un servizio di reperibilità 24 ore su 24 dei tecnici.
Nel servizio idrico integrato l’intero ciclo è sottoposto al monitoraggio costante dei parametri di funzionamento, anche attraverso sistemi di telecontrollo degli impianti, provvedendo all'esecuzione di decine di migliaia di determinazioni analitiche di laboratorio e al miglioramento continuo dell’utilizzo di risorse idriche, sia in termini di prelievo e utilizzo, sia di rilascio e scarico. Inoltre, si provvede al rinnovamento degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane ricercando le migliori tecnologie disponibili per migliorare la qualità dell’acqua effluente e minimizzare le emissioni. Il servizio idrico è, inoltre, soggetto ai controlli di legge effettuati dagli Enti preposti. L'ottimizzazione delle misure di rimedio messe in atto per minimizzare i possibili effetti negativi di disfunzioni riscontrate è spesso attuata attraverso il coinvolgimento di altri Enti, anche mediante specifici protocolli operativi.
Nel 2020 il Gruppo ha ricevuto e pagato 51 multe e sanzioni, per un valore complessivo circa 150.358 euro, per mancata rispondenza a leggi e regolamenti in materia ambientale (D.Lgs. 152/2006) e a regolamenti comunali o norme del codice della strada nella gestione dei cantieri. Le violazioni sono per lo più legate a mancate autorizzazioni allo scarico di alcuni impianti di trattamento reflui, il superamento dei limiti tabellari dei reflui in uscita e difformità o ritardi rispetto alle autorizzazioni nell’esecuzione di alcuni lavori.